L’isola che non c’è: resistere al cambiamento o andargli incontro?
- On 22 June 2016
Sono reduce da una mini vacanza in una piccola isola greca, dove fuggo tutti gli inizi estate per una boccata di ossigeno, e per molti anni ho trovato una piacevole e confortevole immutabilità. A dispetto di anni di pesante crisi economica e di ristrettezze finanziarie, la filosofia di vita laggiù (o lassù, dipende dalla prospettiva) è pacata, tranquilla, quasi fatalista.
Quest’anno però qualcosa è mutato anche laggiù (o lassù). Forse resistere al cambiamento è un lusso che pochi si possono permettere o, viceversa, forse andare incontro al cambiamento è inevitabile.
Ma cosa è cambiato? Piccole cose qui e là ma tutte riconducibili ad una maggiore e più calda accoglienza del forestiero. Qualche ballo greco in più nei ristorantini della costa, qualche negozio in più di veri prodotti artigianali, qualche sorriso e saluto più invitante. Il mare è sempre splendidamente il medesimo e il sole è immutato.
Forse per effetto anche di queste novità è cambiata l’affluenza di turisti (purtroppo per noi ma per fortuna per gli indigeni) … trovare una sistemazione questo giugno non è stato semplice come negli anni precedenti quando c’era l’imbarazzo della scelta.
Si può resistere per anni ma una volta accolto ed accettato il cambiamento si innesca un inevitabile processo che ci auguriamo evolutivo, che non ci snaturi e che nel contempo ci allarghi gli orizzonti.
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